Chiaramente, non esistono prove extra-bibiliche che confermano la sostanza intrinseca del messaggio di fede e di salvezza che la Bibbia contiene, poiché esso si basa essenzialmente sulla parola e le promesse dell’Onnipotente e di suo Figlio Gesù. Come vedremo, esistono innumerevoli riflessioni e considerazioni oggettive e razionali che testimoniano che la fede che si ripone nell’Altissimo non è “campata in aria”, bensì fondata sulla ragione; ma niente prove empiriche. Accogliere il messaggio di salvezza, deve essere per ciascuno un atto di fede nel nostro Creatore e nel nostro Redentore, non un calcolo opportunistico. Motivo per il quale l’Onnipotente ha messo nella sua Rivelazione, come dice Blaise Pascal: «Sufficiente luce per credere in Lui e sufficiente ombra per dubitare di Lui».
Invece, come dimostro chiaramente nel mio libro: “Gli interrogativi della vita”, la Bibbia è veritiera riguardo alle narrazioni bibliche relative alla storicità degli avvenimenti in essa menzionati. La Bibbia cita con dovizia di particolari molti elementi concreti e verificabili, intimamente connessi con gli eventi della storia della salvezza dell’umanità operata da Dio Padre e da suo Figlio Gesù: luoghi, popoli, persone, avvenimenti, date, e altro ancora. Difatti, Padre Marie Joseph Lagrange, frate domenicano e fondatore della Scuola Biblica di Gerusalemme, dopo aver passato 50 anni in Palestina a confrontare ogni particolare fornito dai Vangeli con la realtà dei costumi, della storia, dell’archeologia e con la topografia del territorio, affermò: «Il bilancio del mio lavoro è che non esistono obiezioni “tecniche” contro l’attendibilità del quadro storico dei Vangeli. Tutto quel che riferiscono, sin nelle minuzie, trova riscontro preciso e documentato».
Gli elementi che provano tale veridicità biblica sono molti e di diverso tipo.
Vi sono gli innumerevoli reperti archeologici che provengono dai numerosi scavi fatti dal diciottesimo secolo in poi, nei luoghi dove secondo i documenti storici hanno vissuto i popoli antichi. (Spesso questi luoghi sono stati scelti proprio sulla base dei racconti biblici).
Vi sono i diversi documenti storici esterni alla Bibbia, come quelli di Publio Cornelio Tacito (Annali 15), Plinio il Giovane (lettera all’imperatore Traiano, Epistola 10); Gaio Sevetonio Tranquillo (Vita di Claudio 25), Marco Aurelio, lo storico ebreo del primo secolo Giuseppe Flavio che parla di Gesù in Antichità Giudaiche e qualcun altro. Tutti ne parlano intorno all’anno 100 d.C. e confermano inequivocabilmente sia che Gesù è effettivamente esistito e sia che i cristiani erano seguaci di questo Gesù.
Poi vi sono quelli che, paradossalmente, provengono dalle ricerche e dagli studi intrapresi dagli intellettuali illuministi e post-illuministi proprio per dimostrare l’inaffidabilità della Bibbia.
Prove molto abbondanti che analizzo, anche se soltanto in parte e sinteticamente, nel mio libro “La Bibbia è parola di Dio o è parola di uomini”.