L’ateismo è una fede!?

Affermare che l’ateismo è una fede sembra assurdo, una contraddizione in termini, ma è una realtà oggettivamente inoppugnabile. Sembra impossibile pensare che l’ateo, colui che nega l’esistenza di Dio perché egli è intangibile, possa essere definito un uomo di fede alla pari del credente che crede alla reale esistenza di Dio. È convinzione comune che l’ateo, negando l’esistenza di Dio, compie un atto di ragione basato su elementi oggettivi concreti e razionali e, non di rado, su fattori presuntamente scientifici; mentre il credente, accettando tale esistenza, compie un atto di fede perché ciò non può essere dimostrato tangibilmente. Ma, è realmente così? Vediamo!

Iniziamo con il definire cos’è la fede in generale e quella cristiana in particolare.

La fede non è soltanto il credere nell’esistenza di Dio o di un’altra entità o realtà soprannaturale senza che esista un elemento oggettivo che lo prova concretamente, e/o l’atto personale cieco e/o libero con cui ci si affida con fiducia a queste realtà; ma, più in generale: è il credere vero una cosa la cui veridicità non è provata oggettivamente e/o empiricamente. Essa è essenzialmente il credere nell’esistenza di una realtà o nella veridicità di concetti, affermazioni, dogmi, assunti e quant’altro, soltanto sulla base di convinzioni personali o sulla fiducia totale in chi ha fatto o fa tali enunciazioni; indipendentemente dall’esistenza o meno di prove che confermino o smentiscano tali realtà o “verità”. Ciò significa che la fede entra in gioco con modalità e gradualità diverse, quasi in ogni ambito delle attività umane e in ogni circostanza della vita, compreso quello della scienza galileiana. Difatti, tutte le scoperte scientifiche della storia umana, sono la conseguenza di atti di fede fatti dagli scienziati nei confronti di teorie o intuizioni astratte. Tutte le attuali conoscenze scientifiche empiriche, inizialmente erano delle teorie indimostrate, spesso apparentemente assurde.

Pertanto, ogni qual volta si ritiene vero una cosa la cui veridicità non è sostenuta da prove concrete, si compie un atto di fede. Basta che manchi una prova empirica o un elemento concreto che dimostri oggettivamente la veridicità o la falsità di un’affermazione o convinzione, per far si che si compia un vero e proprio atto di fede verso questa realtà.

Per cui le teorie e le ipotesi, anche se spesso sono definite scientifiche, hanno poco o nulla della empiricità della scienza sperimentale. Sono sempre nel raggio d’azione della fede, anche se bisogna sempre distinguere caso per caso. Più ci si allontana dai fatti empirici e più ci si addentra nel campo della fede.

Dalla quanto appena detto risulta evidente che il fulcro di tutto è la possibilità di dimostrare concretamente o meno la veridicità di ciò che si sostiene essere vero, quella dell’esistenza di Dio come quella di ogni altra affermazione. Quindi, tornando al caso di Dio, come il credente compie un atto di fede quando afferma che Egli esiste, poiché non può dimostrarlo concretamente; parimenti, l’ateo compie un atto di fede quando nega la sua esistenza, perché neanche lui ha prove tangibili che dimostrano ciò che sostiene. Perciò, se da una parte è indubbiamente vero che i credenti accettano l’esistenza di un Dio soprannaturale, intangibile e invisibile, essenzialmente per fede, perché tale esistenza non può essere provata empiricamente; dall’altra parte è altrettanto vero che non ci sono prove tangibili che consentono di negare “scientificamente” l’effettiva esistenza di Dio.

Pertanto, non essendoci prove tangibili che permettono di negare o mettere in dubbio l’esistenza di Dio, ne consegue che chiunque neghi a priori o per principio la sua esistenza, compie un autentico atto di fede verso questa sua convinzione.

Ciò non significa che non si può negare l’esistenza di Dio o che fare ciò e contrario alla ragione, chiunque è libero di pensare ciò che vuole, però nessuno si illuda di poterlo fare senza compiere atti di fede nelle sue convinzioni. Inoltre, come dimostro chiaramente nel mio libro “Gli interrogativi della vita” e, come anche la Chiesa Cattolica insegna: la fede del credente è un atto di fede in Dio, confermato dall’atto di ragione nel trascendente e nell’immanente; mentre la fede dell’ateo è un atto di fede in una idea o convinzione astratta, la quale non ha nessuna conferma logico-razionale proveniente da un atto di ragione nel trascendente e nell’immanente. Anzi, tutti gli elementi che testimoniano direttamente e indirettamente che Dio esiste realmente, dimostrano l’infondatezza e l’assurdità delle tesi atee che negano l’esistenza di tale realtà.

Un’altra assurdità è quella di pretendere di negare l’esistenza di Dio appoggiandosi alla scienza. Ciò è una della cose più irrazionali che una persona che si ritiene razionale potrebbe compiere, poiché ciò è totalmente antiscientifico. Infatti, come ogni scienziato sa, si può parlare di verità scientifica soltanto quando tale verità può essere dimostrata empiricamente mediante esperimenti ripetibili. In mancanza di tali prove incontrovertibili si può parlare solo di teorie o ipotesi scientifiche, non di verità scientifiche certe. E, nemmeno si può aggirare questo ostacolo con affermazioni tipo questa: si è vero, oggi la scienza non è in grado di negare empiricamente l’esistenza di Dio ma un giorno lo sarà; perché la scienza è una realtà naturale e, in quando tale, non potrà mai operare nel soprannaturale per accertare o negare l’esistenza di Dio con i suoi mezzi.  Come afferma Antonio Zichichi – uno che di scienza galileiana se ne intende: «Non esiste alcun teorema di matematica che neghi l’esistenza di Dio. Né esiste alcu­na scoperta scientifica che neghi Dio. Pertanto, attraverso l’uso più rigoroso della Ragione, e lavorando all’ipotesi che non esista il Tra­scendente, si arriva a un risultato chiarissimo: né la Logica Mate­matica né la Scienza permettono di concludere che Dio non esiste». Pertanto, come lo stesso scienziato afferma: «Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede». [Antonio Zichichi – Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo, pag. 155 e pag 215]

Quindi, il mistero dell’esistenza di Dio è destinato a rimanere tale, la sua esistenza e la sua azione dinamica nell’universo può essere accettata o negata soltanto mediante la fede e atti di ragione fondati sull’umile e attento studio-osservazione dell’universo che ci circonda. Cosa che la Bibbia non manca di sottolineare: «Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;…» (Romani 1,19-20).  E ancora: «I cieli  narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani;» (Salmo 19,1).

In conclusione, negare l’esistenza di Dio perché non lo possiamo vedere, toccare e valutarlo scientificamente, è un atto totalmente antiscientifico e contro ragione. L’esistenza di Dio la possiamo negare soltanto mediante un atto di fede, non mediante un atto di ragione. Anzi, lo studio scientifico dell’universo e la ragione, piuttosto, ci spingono ad accettare come inevitabile l’esistenza di Dio.

Quindi, che piaccia o no: tutte le varie correnti di pensiero e tutte le varie ideologie umane odierne e passate che negano l’esistenza di Dio, sono in realtà nient’altro che “fedi religiose”. Tutti gli illuministi o presunti tali che nel corso della storia, in nome del «lume della ragione» hanno fatto di tutto per liberare l’umanità dall’odiata religione ritenuta “l’oppio dei popoli”, non sono altro che uomini di “religione”, anch’essi inventori di fedi. Credi “religiosi” più irrazionali e antiscientifici di quelli che intendevano combattere. Fedi “religiose” spacciate per qualcos’altro.

Come afferma Vittorio Messori: «L’ideologia è una visio­ne precostituita del mondo ed è usata come filtro costante tra chi l’accetta e la realtà. Così, il seguace di ogni ideologia non ragionerà in base a criteri di verità, di umanità, di ragione o di semplice buonsenso; ma tutto giudicherà in base al suo “filtro”. Ciò che caratterizza l’ideologo o il suo discepolo è il disprezzo e la negazione della realtà se questa non si accorda allo schema; se i fatti non passa­no il filtro e minacciano così di disturbare la visione aprioristica del mondo, ebbene il motto dell’ideologo e dei suoi seguaci è uno solo: Tanto peggio per i fatti!» (Vittorio Messori – Scommessa sulla morte, pag. 90).

Stando ai fatti non esiste nessun ragionamento logico-razionale obbiettivo, basato su elementi oggettivi come un teorema di matematica o una disciplina scientifica, che permettano di negare oggettivamente e concretamente l’esistenza di Dio. Anzi, come già detto, sono proprio questi elementi che dimostrano che l’atto di fede in Dio è saldamente fondato su un atto di ragione.

L’uso della ragione non è mai in contraddizione con la fede, così come la fede non è mai in contrasto con la ragione, sia se si crede all’effettiva esistenza di Dio e sia se non ci si crede. Affermare il contrario significa porre dei confini al pensiero umano, oltre i quali è vietato usare la ragione o la fede. Il fatto che gli atei negano l’esistenza di Dio perché secondo loro ciò è contrario alla ragione e alla logica, non dimostra l’incompatibilità tra fede e ragione; ma dimostra che essi, escludendo a priori questa possibilità, pongono dei limiti arbitrari al pensiero umano e alle realtà esistenti. È un po’ come arrogarsi il diritto di stabilire da se stesso, cosa deve esistere e cosa non deve esistere nell’universo.

La fede non è in contraddizione né con la ragione né con la scienza né con il rigore della logica matematica.

Anche la Chiesa Cattolica è di questo parere, infatti il Concilio Vaticano I afferma: «Anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare sé stesso, né il vero contraddire il vero». Anche il Papa Giovanni Paolo II ha riaffermato più volte che la scienza non è in contrapposizione con la fede, anzi afferma il contrario: «La scienza ha radici nell’Immanente ma porta l’uomo verso il Trascendente».

La scienza è fonte di valori in comunione con gli insegnamenti delle Sacre Scritture, non in an­titesi. Infatti essa, stu­diando l’universo naturale nel modo più rigoroso e razionale che l’intelletto umano possa fare, scopre una serie di verità i cui valori sono in perfetta sintonia con quelli che l’uomo apprende dalla Rivelazione divina.

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